Ouagadougou, 15 aprile. L’Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine (UNODC) ha pubblicato nel marzo scorso una serie di rapporti sulla criminalità organizzata nel Sahel. I rapporti pubblicati rientrano nell’ambito di un progetto volto ad analizzare l’impatto della criminalità organizzata nel Sahel (Transnational Organize Crime Threat Assessment in the Sahel, TOCTA – Sahel).
I gruppi criminali sfruttano i bisogni delle popolazioni locali e la vulnerabilità della regione per sviluppare i loro traffici. Il caso dei prodotti medicinali è paradigmatico: le popolazioni locali sovente riscontrano difficoltà nell’accedere a prodotti medici e cure di qualità a prezzi accessibili, diventando quindi un target perfetto dei trafficanti. I gruppi criminali ne approfittano vendendo medicinali sottratti dalle catene di approvvigionamento ufficiali, nonché prodotti falsificati, scaduti o privi di autorizzazione. Almeno 605 tonnellate di farmaci sono state sequestrate in Africa occidentale tra il 2017 e il 2021.
I proventi ottenuti da questo commercio sono poi reinvestiti in traffici considerati più lucrativi, come per esempio le armi, la cui domanda è enormemente in crescita nel Sahel a seguito del deterioramento della situazione securitaria. La domanda di armi nel Sahel è d’altronde in costante ascesa: gruppi di autodifesa privati ed organizzazioni estremiste a carattere paramilitare hanno iniziato ha proliferare negli ultimi anni: solo in Burkina Faso i sequestri di fucili d’assalto sono aumentati del 105% tra il 2017 e il 2021
Anche il traffico di migranti costituisce una rendita redditizia per chi lo pratica, generando entrate mensili medie di 1.500 dollari USA al mese, ben al di sopra dei salari medi dei paesi dell’area. Il Sahel rappresenta infatti un passaggio obbligato per chi vuole raggiungere il Mediterraneo dal Golfo di Guinea.
Vi è infine il carburante, una merce facile, discreta e strategica per i trafficanti che si approvvigionano da paesi produttori come Libia, Algeria e Nigeria. Vari gruppi armati jihadisti usano il carburante di contrabbando come merce di scambio o per condurre operazioni militari e terroristiche. Si stima che ogni passaggio di frontiera costi fino a 1.100 dollari USA per camion.
Alla luce di questi dati, la rappresentanza regionale dell’UNODC nell’area – l’Ufficio per l’Africa occidentale e centrale – considera la criminalità organizzata transnazionale una seria minaccia per la sicurezza, la stabilità e lo sviluppo della regione del Sahel. Il circolo vizioso che si è venuto a creare tra instabilità politica e deterioramento delle condizioni economiche e di sicurezza rende molto complesso intraprendere un intervento efficace da parte delle autorità nazionali ed internazionali.
Florentin TOUGOUMA
Fonte: Sidwaya