Mali: la giunta militare fatica nella lotta contro la Jihad

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Bamako, 8 maggio 2023. Poco più di un anno fa la Francia ha ufficializzato il ritiro delle proprie truppe dal Mali, chiudendo nove anni d’impegno sul terreno a sostegno del governo di Bamako nella lotta contro i gruppi jihadisti . 

Dopo poco più di un anno, lo Stato islamico ha approfittato del ritiro francese per allargare la propria presenza nel paese. Il gruppo Eigs – lo “Stato islamico nel Grande Sahara” ha difatti conquistato nuovi territori nella zona delle “Tre frontiere”, situata al confine tra Mali, Niger e Burkina Faso. Eigs ha avviato una violenta campagna militare contro l’esercito maliano – sostenuto dai tuareg – combattendo però anche contro altre organizzazioni islamiste rivali, tra cui spicca il Gruppo di Sostegno all’Islam e ai Musulmani (Jnim), affiliato ad Al-Qaeda. 

Lo Stato islamico ha raggiunto ad inizio aprile un importante traguardo, occupando Tidermène, centro strategico del Circondario regionale di Menaka, al confine con il Niger. I combattimenti hanno causato la morte di centinaia di civili, permettendo ad Eigs di controllare quasi tutta la regione: solo il capoluogo Menaka sfuggirebbe al suo controllo, protetto dall’esercito del Mali e dalla missione Onu MINUSMA 

La situazione securitaria è d’altronde complessa anche per la stessa giunta militare. Una delegazione governativa è finita sotto attacco lo scorso 18 aprile al confine con la Mauritania.  Quattro persone sono state uccise nell’imboscata, incluso Oumar Traoré, il capo di gabinetto del presidente di transizione Assimi Goita.  In mattinata poi un’autobomba è esplosa vicino a un campo militare nella zona dell’aeroporto di Sévaré che ospiterebbe uomini della Wagner, compagnia paramilitare privata russa che vanta stretti legami con il Cremlino. Il bilancio riportato dal governo è di 10 morti e 61 feriti, tutti civili.  Un elicottero delle Forze armate maliane è precipitato in un quartiere residenziale di Bamako, uccidendo tre membri dell’equipaggio e ferendo sei civili. 

Dall’agosto del 2020 il Mali è governato da una giunta militare che ha deciso di rompere le relazioni diplomatiche con la principale potenza regionale dell’area dai tempi della colonizzazione, vale a dire la Francia. Per emanciparsi dalla protezione di Parigi, la giunta maliana si è quindi rivolta alla Federazione russa. Questo cambio di alleanze non fa però venir meno la necessità di combattere i gruppi jihadisti per riportare la totalità del territorio nazionale sotto il controllo del governo. Resta quindi da verificare se – ed in quale misura – il sostegno russo potrà essere utile alla causa. 

Francesco Lorenzini 

Fonte: Pagine Esteri – https://pagineesteri.it/ 

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