Ibrahim Traoré Burkina Faso Mali
Ibrahim Traoré (foto Wikipedia)

Mali, incontro tra Traoré e Goïta su terrorismo e sicurezza

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04 novembre 2022, Bamako
. Il capitano Ibrahim Traoré e il presidente del Mali, colonnello Assimi Goïta, si incontrano per discutere di sicurezza e terrorismo.

Primo viaggio all’estero per il capo della giunta militare in Burkina Faso. Luogo dell’incontro, l’aeroporto Modibo Keïta-Sénou di Bamako, per poi dirigersi al palazzo presidenziale di Koulouba. La visita di «amicizia e di lavoro», secondo il ministero degli Affari Esteri maliano, è volta al rafforzamento delle relazioni tra i due Paesi. L’obbiettivo, affrontare congiuntamente le «questioni securitarie che preoccupano» e « intensificare la lotta armata contro i gruppi terroristi condividendo i mezzi di combattimento».

L’idea di far fronte comune nella lotta al terrorismo nel Sahel, attraverso una maggiore condivisione e collaborazione tra i Paesi interessati, non è nuova. Bamako aveva, infatti, già da tempo indicato quale direzione seguire dopo il ritiro del Mali dal G5-Sahel, il 15 maggio 2022. Tuttavia, i due Paesi perseguono l’obiettivo della stabilizzazione con modalità differenti. Le autorità di Bamako hanno rotto i rapporti con la Francia e si sono rivolte al gruppo mercenario Wagner. Il gruppo è di origini russe e direttamente connesso al Cremlino. L’obiettivo è ottenere sostegno nella lotta ai gruppi jihadisti nel nord del Paese.

La situazione in Burkina Faso

In Burkina Faso, invece, la situazione è differente. Dal colpo di Stato del 24 gennaio 2022 il tenente colonnello Paul-Henri Sandaogo Damiba, rovesciato otto mesi dopo dal capitano Ibrahim Traoré, ha preferito non tagliare i ponti con la Francia. L’esercito francese continua infatti a partecipare alla lotta congiunta al terrorismo, a fianco dell’esercito burkinabé. Pur tenendo un atteggiamento più conciliante verso gli storici partner europei rispetto al Mali, rimangono tuttavia molti interrogativi sulla futura politica del nuovo presidente. I dubbi sorgono in particolare riguardo al tema della stabilizzazione. Dubbi che la visita a Bamako sembra confermare.

Negli ultimi mesi e in diverse occasioni, a Ouagadougou i sostenitori della giunta militare hanno manifestato sventolando bandiere russe. Prendono di mira gli interessi francesi nella capitale e chiedono la partenza dei circa 400 soldati delle forze speciali presenti nel Paese. Persino la dichiarazione del 30 ottobre 2022 del nuovo primo ministro burkinabé, Apollinaire Kyélem de Tembèla, lascia spazio a diversi interrogativi: «Forse con la nuova situazione [di sicurezza] riesamineremo le nostre relazioni con la Russia per vedere se è il caso di rafforzarle o meno in specifici settori, o se riorientarle nell’interesse del Burkina Faso e nel rispetto della sua sovranità».

Il confronto è quindi aperto. Si vedrà se il Burkina Faso seguirà nelle sue scelte il Mali, o se riuscirà a stabilire una strategia alternativa per affrontare i propri problemi di sicurezza.

Gabriele Pinca

Fonti:

  • Radio France International;
  • Jeune Afrique.

2 commenti

  1. […] Nello specifico, i volontari ricevono 14 giorni di addestramento militare prima di essere armati e dotati di mezzi di comunicazione. All’8 novembre 2022, più di 25.000 persone si sono iscritte come VDP. Tra questi, anche Alouna Traoré. Sopravvissuto al colpo di stato del 15 ottobre 1987 che ha interrato Thomas Sankara, il padre della rivoluzione burkinabé, si è arruolato martedì 8 novembre nel governatorato di Ouagadougou, lanciando un appello accorato ai connazionali per lottare uniti contro la minaccia terroristica.    […]

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