Il Festival panafricano del cinema (e della televisione) di Ouagadougou continua a lastricare di buone prove d’autore la via del futuro per le giovani cinematografie di un continente impegnate da decenni nella costruzione di un immaginario finalmente decolonizzato.
L’Etalon d’or
A conquistare il premio più ambito, l’Etalon d’or de Yennenga, nella sezione lungometraggi di fiction è andato al regista burkinabé Dani Kouyaté, 63 anni, “Katanga, la danse des scorpions” ispirato al Macbeth shakespiriano. Lo stallone d’argento è stato assegnato a “The village next to paradise”, regista Mo Harawe (Somalia). Terzo classificato “On becoming a Guinea fowl”, di Rungano Nyoni (Zambia).
Erano in tutto 14 le sezioni di questa edizione: da segnalare quella delle scuole di cinema con opere arrivate da una decina di paesi. Tra i premi assegnati un significato particolare è quello intitolato a Thomas Sankara, ormai una stella polare per le narrazioni africane e di tutto il sud planetario che aspirano all’emancipazione dei popoli: il riconoscimento è stato assegnato “per la promozione dei valori del panafricanismo”. Due i titoli premiati: “Our land, our freedom” delle registe Meena Nanji, Zippy Kimundu (Kenia).
I numeri del Fespaco 2025
Il quotidiano burkinabé Le Faso riporta in un articolo tutti i numeri di questa edizione: 13 500 persone accreditate, 3 500 operatori nel cinema e nell’audiovisuale, 2 000 giornalisti, 95 direttori di festival cinematografici, 53 paesi rappresentati, 1351 opere valutate, 235 (il catalogo ne riporta 246) ammesse, 425 proiezioni in 12 diversi spazi dedicati.