Burkina Faso, rappresentante ONU dichiarata “persona non grata”

Barbara Manzi e Olivia Roamba durante un incontro in cui il Sistema delle Nazioni Unite ha ribadito il proprio impegno a fianco del popolo del Burkina Faso (MAECRBE)

10 gennaio 2023 – Burkina Faso. Il ministero degli Affari esteri del Burkina Faso, con il comunicato del 23 dicembre, dichiara “persona non grata” Barbara Manzi, coordinatrice del sistema Nazioni Unite nel Paese saheliano. Italiana, con una esperienza consolidata nel circuito delle agenzie dell’ONU con la quale ha lavorato, tra gli altri, in Angola, Repubblica Centrafricana, Etiopia, Haiti, Iraq e Ucraina.  

L’espulsione, comunque insolita, arriva solamente dopo pochi giorni di quella di due francesi, impiegati di una compagnia locale, sospettati dalle autorità di essere spie. Le motivazioni arrivano direttamente dalla ministra degli Affari esteri, Olivia Roumba. Con un’intervista al canale RTB, la ministra accusa Barbara Manzi di aver rappresentato il Burkina Faso come «un Paese nel caos e con pessime prospettive» e di aver, inoltre, invitato il personale delle agenzie dell’ONU a lasciare il Paese per ragioni di sicurezza. Il tutto senza informare preventivamente il governo burkinabè e nemmeno il Segretario generale ONU Antonio Guterres.

Barbara Manzi rappresentante onu burkina faso
Barbara Manzi, coordinatrice del sistema Nazioni Unite in Burkina Faso

Accuse gravi

Ma la ministra si è spinta oltre «Durante un’udienza con il ministro delegato, Manzi ha affermato di avere legami con leader terroristi in Burkina Faso. Le prove ci sono, lei va a Djibo e torna quando vuole, mentre anche le nostre Forze di sicurezza (FDS) non possono fare questo tipo di viaggi”. Djibo, in effetti, è uno dei punti caldi della lotta al terrorismo jihadista, dove gli attacchi ai militari burkinabè sono continui e violenti.  

Nonostante la difesa immediata del portavoce di Guterres, Stephane Dujarric che in una nota ufficiale nega l’applicabilità della dottrina della persona non grata ai delegati delle Nazioni unite, e la «piena fiducia all’impegno e alla professionalità» della Manzi da parte di Antonio Guterres, il sistema dell’ONU a Ouagadougou ha già un nuovo coordinatore ad interim. L’incidente diplomatico è chiuso, con la conferma delle agenzie ONU della prosecuzione delle proprie attività in Burkina Faso. 

Tensioni diplomatiche tra Francia e Burkina Faso

I problemi con i partner internazionali, comunque, non si fermano qui. In questo inizio d’anno 2023, infatti, sembrano prendere corpo le indiscrezioni che, da qualche settimana, vogliono le autorità burkinabè in pressing sul governo francese per richiamare l’ambasciatore Luc Halland, accreditato in Burkina Faso. È l’Agenzia d’informazione del Burkina (AIB), infatti, che il 3 gennaio, in una nota parla di «una crisi di fiducia. Non è la fine delle relazioni diplomatiche, noi chiediamo solamente di cambiare l’interlocutore» citando una fonte d’area governativa.  

Ancora frizioni con la Francia, dunque. Il “dossier Wagner” è fortemente attenzionato dalla diplomazia francese. Dal colpo di Stato che ha portato al potere il comandante Ibrahim Traorè, si sono succedute manifestazioni di piazza anti-francesi con la presenza di bandiere russe e richieste inneggianti alla presenza russa nella lotta contro il terrorismo jihadista. Anche la recente missione del primo ministro burkinabè Apollinaire Kyelem a Mosca per «diversificare i rapporti di partenariato fino a trovare la formula giusta per gli interessi del Burkina Faso», a onore del vero, non ha favorito la distensione con la Francia.  

Piero Sunzini 

Fonte: Il manifesto