09 febbraio 23023, Burkina Faso. Da qualche settimana girano sui social in Burkina Faso dei video realizzati da apparenti attivisti panafricanisti americani. Gli “attivisti” invitano a sostenere il governo militare di Ibrahim Traoré e del Movimento Patriottico per la Salvaguardia e la Restaurazione, saliti al potere con un colpo di stato nel settembre 2022.
Peccato che nessuna delle persone che mostra il proprio volto nei video sia una persona vera. Infatti, video sono il prodotto di intelligenze artificiali. Si tratta quindi di deepfake, una tecnica per la sintesi dell’immagine umana basata sull’intelligenza artificiale, usata per combinare e sovrapporre immagini e video esistenti con video o immagini originali, tramite una tecnica di apprendimento automatico, conosciuta come rete antagonista generativa.
Dalle fake news ai video deepfake
L’utilizzo della tecnologia e delle fake news a scopi di propaganda, tramite la creazione di notizie e immagini false, non è una novità. Dai cormorani fuori stagione della Guerra del Golfo, agli ospedali di Saddam, fino a Colin Powell che sventola una fiala che, a suo dire, conteneva antrace dall’Iraq durante un discorso al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite nel 2003. Tutto poi smontato dal fact checking.
Immagini deepfake sono state usate in passato nell’ambito del revenge porn: personaggi famosi, ma anche persone comuni, perlopiù donne, hanno visto comparire in rete immagini di nudo, o comunque esplicite, che le raffiguravano. I corpi utilizzati erano spesso presi “in prestito” da attrici di film per adulti e i volti delle vittime aggiunti con programmi di editing. Farle rimuovere risulta spesso complicato, poiché una volta su internet, è praticamente impossibile liberarsene.
Se prima di internet scovare il falso nella notizia era difficile e servivano mezzi e risorse per mandare avanti la ricerca della veridicità dei fatti, oggi potrebbe diventare quasi impossibile. Le intelligenze artificiali migliorano di giorno in giorno e creano immagini capaci di ingannare un occhio non allenato. Hanno ancora qualche problema nel rappresentare le mani, tuttavia sembrano essere molto vicine alla verosimiglianza quando si parla di volti.
Con l’avanzare della tecnologia, il mondo assomiglia sempre di più ad un episodio di Black Mirror.
Zeta
Fonti: Iconografie XXI